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di mandorle e delle dette speçie et alquante uve passe. E di questo battuto fae torta sottile tra due croste: di sopra vuole essere potente di speçie e dolce di burro e d’uve passe, e bene gialla dentro.


LVI.


S

e vuoli fare savore nero a porco selvatico, sí togli della carne sua ben cotta e bene battuta e bene pesta al mortaio, e togli midolla di pane bene nera, e messo in molle in aceto, e bene macinato per sé e ben colato, mescola cola carne macinata, e mettivi suso pepe e pevere lungo e melaghette e gengiove, bene peste queste iiij spetie allo spetiale, e mettile in su questo savore con aceto e col brodo magro della carne, e metti . . . .


LVII.


· · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·

. . . . . . . [Nel ms. questa è la prima.]lavati e festugati del gengiove taglato e del cennammo e de’ garofani che tu ài, sí che i datteri sieno pieni. Togli il battuto de’ pollastri, e’ raviuoli e’ tortelli e’ datteri e’ pignocchi mondi e l’uve passe, bene lavate, e metti crosta nel morteruolo in tre terçi. E tutte queste cose che sono dette metti a suolo a suolo nel morteruolo; e poni crosta di sopra, e ingiallala, e rovesciavi suso un poco di lardo strutto e bene colato, e fallo cuocere con poco fuoco di sopra e di sotto, con testo caldo, che sia pur fuoco. Questa vivanda vuol essere gialla e agra di spetie. Se vuoli fare per piú o per meno persone, a questa medesima ragione.