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6 Prime notizie di Guido Novello

mercanzie che uscivano o passavano da Ravenna alla volta della città di S. Marco. Nell’aprile il Doge Pietro Gradenigo disse al giudice Ariverio de’ Malpaghini, ambasciator ravennate, che prima di versar le paghe decorse intendeva che il Comune «lasciasse passare per le sue acque i mercanti venetiani col sale secondo la forma de’ patti. . . . e i mercanti di Venezia et di Chioggia col Tormento comprato et estratto da Ravenna et suo distretto.» A pronunziare un parere o una decisione, Ravenna elesse allora un consiglio di ben venti autorevoli persone, in testa alle quali sono nominati Guido da Polenta, Lamberto suo figlio e Guido lor nipote. Questo consiglio si mostrò contrario alle pretese del Doge, anche per la grande carestia e miseria in cui languiva allora il popolo ravennate, carestia e miseria che suggerirono la strana determinazione «che per tutto il mese di maggio non fosse dato ricapito ad huomo né a donna forastiera, et che non gli fosse dato pane né altra cosa a vivere: segno evidente delle genti che soleano concorrere a questa città.»1

Intanto il popolo cesenate scacciava dalla sua città Federico da Montefeltro, Uguccione della Faggiuola e Zapitino Ubertini, distruggendo il castello poco dianzi ristaurato.2 V’accorse tosto da Rimini il Cardinal d'Acquasparta Rettore di Romagna, cui i Ravennati mandarono oratore Signorello di Lancilotto, perchè procurasse di risolvere certa quistione del Comune intorno la taglia dei soldati. Si venne presto all’accordo e i deputati alla provvisione furono diecisette, primi de’quali Guido da Polenta, Lamberto suo figliuolo e Guido d’Ostasio.3


II


Dopo queste prime notizie di Guido Novello, rimaste sino ad ora inedite, corrono parecchi mesi di silenzio. Solo, infatti, al 14 febbraio

  1. Carrari, St. di Romagna, ad ann.
  2. Annales cæsenates cit. (Rer. ital. script., XIV, 1121).
  3. Carrari, Op. cit, ad ann.