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Lamberto da Polenta | 5 |
sio, che compiva il suo terzo turno, ordinò « che si facesse provisione di pagar il debito, che haveva fatto questo Comune (juando mandò i suoi soldati a cavallo in servizio de’ Bolognesi all’esercito, al castello di Razzano, et anco per pagar la fattura del Palazzo et la campana del Comune di questa città. » In consiglio alcuni s’ opposero a pagar la colta generale e solo valse e piacque il parere di Paolo Bigaro « che propose doversi pagare detta colta, la metà della quale da distribuirsi a quelli del piano di Ravenna, l’ altra metà alla città et a (juelli della riviera del Po, da distribuirsi per otto homini da bene d’ eleggersi per esso console. »
Nell’aprile era Podestà Bernardino de’ Conti da Cunio, che (primo de’ suoi atti) ordinò che in Ravenna « fossero sempre in pronto cinquanta cavalli et nel territorio altrettanti per gli bisogni del Comune: ma fu ridotto al Consiglio de’ Savi o di Credenza il modo di trovar denari, per ciò che Guido, Ostasio et Lamberto Polentani promettessero la fede loro con dieci huomini di Ravenna, cin(|ue de’ nobili et cinque del popolo, che dan’ano a’ suoi tempi la prestanza a’ sudditi che havessero tenuto cavalli. »
Dopo questa decisione il nome d’ Ostasio scompare dalla storia dei Polentani e di Ravenna. Certo egli morì poco dopo e ne fa fede, oltre al silenzio de’ documenti relativi alla sua famiglia, anche il fatto che subito nell’anno successivo vediamo raccolti nel solo Lamberto gli uffici di Rettore e Console di Ravenna, costituenti nell’insieme r assoluta signoria !
A’ suoi fianchi cresceva intanto Guido Novello che già nel 1301, come abbiam visto, era Aq^ Savi o Consighcri, e testimoniava. Doveva dunque avere circa venticinque anni ed esser nato intorno al 1275.
Ignoto è il nome di sua madre, ma si sanno quelli de’ suoi fratelli, Azzo e Geremia morti prima del 13 16, Samaritana ricordata ancora nel 133 1, Rainaldo e Giovanni di cui dovremo parlare più avanti.
Ma tornando al 1301 troviamo altre notizie che ci provano come Guido fosse a dirittura entrato nella vita pubblica. Il Comune di Ravenna riscotcva da ’enezia certe paghe come dazi perpetui delle