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l'ombra del passato 79


— Anche Pigoss, vecchiaccio maligno, anche lui, anche lui mi ha tradito, dome farò io? — sospirò Adone; e, per dispetto, cominciò a buttare pugni di sabbia sull’acqua. Improvvisamente una voce risuonò poco distante, da un’insenatura della riva.

— Figli di cani, statevi fermi, Dio ve stranmlediss...

Egli balzò in piedi, e vide una barca che costeggiava silenziosamente l’isola, guidata dal figlio del Pigoss. Dentro la barca c’era un uomo che pescava con la rete; e non senza turbamento Adone riconobbe Davide, il figlio del zolfanellajo. Egli ne aveva tanta soggezione che evitava di andare dal suo vicino quando Io studente era in paese. Quel giovine alto, magrissimo, dal viso scarno e come bruciato, al quale i capelli neri e lunghi, e gli occhi d’un turchino verdastro, vicini, quasi convergenti sul naso aquilino, davano un’espressione di Cristo feroce, gl’incuteva non solo soggezione ma anche un senso di timore. Egli lo ammirava, però, come ammirava il maestro, al quale Davide rassomigliava alquanto, e come ammirava tutti coloro «che sapevano molte cose», ma se ne teneva a rispettosa distanza. E non avrebbe osato fiatare senza l’intervento del giovine Pigoss.

— E che fai lì?

— Aspetto qualche barca che mi prenda: tuo padre m’ha abbandonato qui, — egli disse, sottovoce, guardando timidamente il giovine che immergeva la rete.