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l'ombra del passato 40

d’autunno, faceva freddo e Adone camminava sotto il mantellone dello zio. A un certo punto della strada l’omone si fermò e gli mise sulla testa un oggetto che pesava assai.

— Indovina cosa è, - gli disse.

— Un pezzo di parmigiano.

— Hai indovinato il colore. Non è parmigiano, però. Indovina cosa è.

Adone non riuscì a indovinare. Impazientito si sottrasse al peso e sollevò il mantello. E vide che lo zio teneva in mano un sacchettino di tela giallognola.

— Dimmi che cosa è, zio! Dimmelo!

— Se lo domandi per piacere.

— Sì, zio, per piacere!

L’uomo guardò di qua e di là, da una parte e dall’altra dell’argine. Nessuno. Silenzio. I campi erano tutti gialli: gli alberi sembravano d’oro; e il cielo era grigio e freddo, e il fiume pareva immobile, grigio e freddo come il cielo.

Con gesti misteriosi lo zio slegò il sacchetto, e lo abbassò tenendolo con ambe le mani: e Adone potè vedere tante tante monetine gialle fra le quali biancheggiava qualche grossa moneta d’argento.

— E di chi sono? - domandò, abbassando istintivamente la voce.

— Tue.

— Mie? E allora dammele!

— No, caro: quando sarai grande.

— E ora dove le porti?