Pagina:L'ombra del passato.djvu/398

394 l'ombra del passato

qualche nuvola scura. Adone cammina su e giù per il prato, calpestando le foglie morte e le ombre dei pioppi.

Egli va, egli va, a testa china, e gli pare di camminare ancora sull’argine in compagnia dei suoi pensieri inquieti. E gli pare che nella sua mente ondeggi un velo a momenti luminoso, a momenti scuro, come il cielo in quella notte incerta.

Verrà Maddalena? Non verrà? Egli sarà egualmente infelice. E gli pare di non aspettarla, ma di trovarsi lì come un tempo, bambino, distratto dal vano giochetto delle ombre. Ma basta un susurro, un calpestìo, per farlo tremare. I minuti passano. Ella non viene. Forse non verrà più.

Egli sente ancora una volta tutta l’ingenuità del suo sogno, gli pare d’essere ridicolo, e ricomincia ad irritarsi. E non si accorge che si irrita non per questo, ma perchè Maddalena non viene.

I minuti passavano. Si scorgeva una finestra del palazzo ancora illuminata, e un fanale acceso davanti alla scalea. Un’ombra passava e ripassava dietro i cristalli, in quel lembo di luce che pareva il segno di un mondo lontano. E la fiammella del fanale tremolava al vento, come un occhio inquieto. Pareva le desse fastidio l’andare e venire dell’uomo sotto i pioppi. Poi qualcuno spense il