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l'ombra del passato | 391 |
frire?» e gli parve che ella si avanzasse spinta da una risoluzione disperata.
Quando fu davanti al portoncino ella invece domandò, turbata si ma non tragica:
— Non è in casa la signora Marina?
— Non so... credo... no, non c’è! — egli disse, smarrito. E spinse il portoncino. Si vide la casa deserta, il pergolato, una foglia gialla sui mattoni rosei del pavimento dell’aja.
Maddalena salì lo scalino, fu con lui, vicino a lui. Egli sentì il profumo di lei, rivide da vicino la sua carnagione vellutata, gli occhi pieni di dolcezza. Dimenticò ogni altra cosa. Le disse, incosciente:
— Devo... devo parlare! Bisogna...
— Non ora, non ora! — ella impose.
— Quando? Stasera?.. Sì... sì... Alle dieci sarò davanti al cancello.
Ella arrossì: non rispose, ma lo guardò; ed egli indovinò la tacita risposta.
Poi ella entrò nell’aja, ed egli se ne andò; e non seppe mai perchè, invece di ritornare a casa o di aspettare il ritorno della signora Marina, egli si diresse verso Casale.
Attraversò il viottolo, camminò sull’argine. Gli pareva di sognare, e guardava per terra, spaurito, come cercando qualche cosa che non riusciva a trovare!
— Ella verrà! — pensava: ma questa certezza, invece di colmarlo di gioia, gli dava quasi un senso di terrore,