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II.


Sì, fu durante quella sera indimenticabile che la sua sorte mutò.

Egli era appena tornato a casa, e stava nel cortile assieme con la Tognina, aiutandola a sgranare fagiuoli.

Sopra il tetto dei tienili, dietro le cime degli alberi, il cielo era tutto rosso: la luce rosea ma sempre più smorta della sera illuminava il cortile.

A un tratto la donna e il fanciullo credettero di sognare. Sullo sfondo del portone spalancato vedevano due uomini, il cordaio e Jusfin, che reggevano il corpo esanime di Giovanni.

Seguivano altre persone, fanciulle vestite di chiaro, giovanotti e uomini; bambini che guardavano spauriti quel grosso corpo cascante, quel viso livido reclinato sul petto, quelle mani aspre che parevano addormentate, quei piedi pesanti che non volevano staccarsi dal suolo.

Sulle prime Tognina credette che suo marito fosse ubbriaco; cosa che gli succedeva di rado, ma gli succedeva.