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l'ombra del passato 367

chè vuoi. Caterina sa lutto: sa che giri attorno alla signora Dargenti, come la farfallina intorno al lume. Attento a non bruciarti, viscere! E Caterina vuol morire. Sì, dice: perchè altrimenti commette una sciocchezza più grave ancora. A te non farà nulla: ma all’altra sì, oh, sì, sì! Tu non conosci la ragazza, le lo dico ancora, viscere! Tu la credi una contadina, ed essa è più signora delle signore. Può aver rubato qualche uovo, da bimba, ma la nonna l’ha educata, viscere; la sua coscienza è pulita, ora! Le signore sono più ladre di lei: loro rubano anche i fidanzati delle altre!

— Basta! Basta! — egli implorò.

— Ah, ora basta? Volevi sapere tutto! Ed ora ti dico un’altra cosa. Caterina non possiede altra cosa al mondo che il tuo affetto: non ha altri che te, viscere! E lei non ti ha mai tradito; neppure quando gli altri, più ricchi e più bei giovani di te, l’hanno tentata. Sì, ti dico; non arrabbiarti. Scipione l’Ebreo era più ricco di te, e voleva farsi cristiano. E la ragazza gli voleva bene.

Egli sollevò il capo.

— Sì, gli voleva bene. E sicuro! E che hai da dire? Ella non lo ha mai guardato negli occhi, però! Prima di fare un torto a te si sarebbe ammazzata. E tu ora, e tu ora diventi superbo. E sappiamo anche perchè!

Egli parve calmarsi. La notizia che Caterina aveva nutrito simpatia per l’Ebreo lo turbava tino a un certo punto. Non era più innamorato per esser geloso. Ma, pur sentendo, in fondo, che la nonna