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358 | l'ombra del passato |
tutti lo avevano tormentato e calpestato. Doveva per questo essere anch’egli crudele con sè stesso? Doveva privarsi anche dei sogni? Egli non faceva male a nessuno. E poi, fra pochi giorni, sarebbe partito, chiudendo per sempre entro il suo cuore, come la goccia di rugiada entro il fiore, questo sogno non più solido di una goccia d’acqua! Addio! La giovinezza passava: perchè non lasciarsi accarezzare da lei, quando ciò non reca male a nessuno? Ed egli si alzava, si vestiva accuratamente, e andava a gironzare intorno al palazzo Dargenti!
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Un giorno, verso il tramonto, egli vide il viale del palazzo coperto di sabbia fina, come una volta, a Padova, aveva veduto la strada intorno al villino d’un signore moribondo. Credette che la nonna di Maddalena fosse agonizzante, e fu riassalito da una inquietudine nervosa. L’idea della morte tornava a destargli paura: segno ch’egli amava di nuovo la vita!
In quei giorni anche la Tognina Tu ripresa dai suoi malanni, e si aggravò talmente che volle confessarsi. Adone andava dall’aja della sua casa al prato della chiesa, inquieto e turbato, come in cerca di qualcuno.
Tutto era pace, silenzio; il palazzo sembrava disabitato: la morte dei ricchi è diversa da quella