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356 l'ombra del passato


— Io no! E neppure il referendario. Io credo che la recita non si farà! La marchesa è malata fin dal giorno che siamo stati al bosco: ha male alle reni e forse morrà presto.

Adone non parlò dell’invito ricevuto, ma mille ipotesi fantastiche gli turbarono di nuovo la mente. Era quasi certo che Maddalena gli aveva mandato il problematico invito perchè egli avesse una scusa a risponderle.

— E se io andassi, all’ora indicata? — si domandava. E ricadeva nei suoi sogni romantici: s’immaginava che Maddalena l’avrebbe ricevuto da sola, scusandosi con lui per la mancata recita! Era un modo come un altro per attirarlo al palazzo! Poi si accorgeva dell’ingenuità dei suoi sogni, e rideva di sè, e di nuovo gli pareva di sentire un cupo rancore contro Maddalena, la creatura del passato, capricciosa e sensuale, che faceva di tutto per turbare la sua pace di povero, destando in lui, che si credeva l’uomo dell’avvenire, l’uomo della giustizia, antichi istinti di tradimento e di sensualità.

Rientrando a casa trovò un altro biglietto di Maddalena: ella si pregiava avvertirlo che la recita era rimandata.

Egli si calmò; ancora una volta si vergognò delle sue fantasticherie: ma oramai la sua pace era profondamente scossa: egli provava un senso di vuoto, come se camminasse su una corda e di tanto in tanto fosse in procinto di perdere l’equilibrio. Quella sera non andò da Caterina: aveva paura di lei!