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VII.

I bei giorni di settembre finivano, dolci e già un po’ tristi. Il paesaggio si colorava, come dorato da un artista melanconico: fra gli alberi, nello sfondo cerulo dell’orizzonte che sembrava vicinissimo, apparivano nuvolette rosee e gialle che viste dal fiume parevano i fiori dei cespugli e degli alti steli di saggine tremolanti sull’argine.

Le cornacchie e i gabbiani passavano, annunziando l’autunno; il venticello increspava l’acqua, e verso il tramonto il cielo e il fiume gareggiavano di colori meravigliosi. Qualche volta, però, il tramonto era limpido e freddo, e un giorno Adone, ritornando da Casale dopo aver questionato con la vecchia Suppèi che si accorgeva del cambiamento di lui, vide all’orizzonte, al di là del fiume tutto color di rosa, la linea cerula delle montagne, chiara come pochissime volte all’anno si vedeva.

Egli si sentiva annoiato e triste. Non aveva più riveduto Maddalena, ma pensava a lei con una passione che gli sembrava colpevole. I sospetti della vecchia Suppèi lo offendevano. Egli non pen-