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l'ombra del passato 339

ltua via. E tu dici: che via! Ma che via vorresti prendere? Ma che via, dico? Che cosa volevi diventare? Un poeta? Bella roba, carissimo! Un poeta! Ecco uno dei più grossi e attraenti giocattoli della vita. Che volevi diventare? Un apostolo? Diventalo: sei ancora in tempo!

— Ma io sono ignorante!

— Tanto meglio. Te la intenderai con glfignoranti. La gente colta s’infischia degli apostoli!

Poi gli suggerì quello che doveva insegnare ai suoi scolari.

— La verità. Niente illusioni. Non c’è peggior bagaglio dell’illusione. L’uomo non deve avere un così detto ideale, ma una meta precisa. Tu devi dire ai tuoi ragazzi: «Guardate l’orizzonte: quella è una nuvola che sembra una montagna. Guardatevi bene dal mettervi in mente di andarci: non arrivereste mai. Restate qui; vedete, intorno a voi la terra è solida. Lavoratela, e se il pero e la vite da voi coltivati daran frutti, mangiatevi la pera, bevetevi il vino, e guardatevi bene dal leggere libri fantastici!» Ti raccomando questo!

Adone rideva con ironia: eh, siamo in tempi nei quali anche i bambini vedono che le nuvole non sono montugne. Tuttavia, appena fu nella sua cameraccia egli aprì la finestra e si mise a fischiare ed a sognare.

Le stelle dell’Orsa brillavano sul cielo vellutato; l’aria odorava di mosto e di saggine tagliate. E da lontano arrivava un coro di spannocchiatrici che pareva un canto religioso, un coro di vergini