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332 | l'ombra del passato |
Adone uscì. Ma il cuore gli batteva forte, di rabbia e di speranza. E da quel momento non ebbe che un pensiero: trovarsi solo con la zia.
— Che farò poi? — si domandava. — Ella ha paura di morire e vuol rimediare al mal fatto. Che farò poi?
Vegliò a lungo, fantasticando, ed anche sofisticando. Si domandava se, evitando di scoprire la verità, egli non si rendesse, benchè a scopo apparentemente nobile, complice di volgari delinquenti. E, senza volerlo, di pensiero in pensiero, come nei piccoli viali d’un laberinto, egli s’inoltrava con la mente in luoghi tristi ed oscuri.
E la notte passò, come passano tutte le notti dell'anno: il vento e la pioggia tacquero e cantarono i galli. Vera una nota fresca nel loro canto rauco: ed egli, ancor prima di svegliarsi bene, capì che era una bella giornata, gli parve di aver dormito a lungo, più di una notte, e di svegliarsi fresco e leggero come da bambino. Balzò dal lettucolo, slegò la cordicella della finestra. Una nuvola d’oro brillava sopra i tetti dei fienili: ed era così vivida che pareva uno strappo del cielo, attraverso il quale si scorgesse una lontananza dorata.