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l'ombra del passato | 327 |
lusione si rinnovasse. Ma non vide che le orme dei piedi di Maddalena, incise nitidamente sulla sabbia. Allora si alzò e seguì quelle orme, curvandosi a guardarle: così arrivò oltre i cespugli, oltre le macchie, fino al sentiero, dove le piccole orme si confondevano con altre impronte di grosse scarpe maschili. Di tratto in tratto si scorgeva anche l’orma di un piede ignudo, grande. Ed egli ricordò i grossi piedi di Caterina, e le parole che ella gli aveva detto una sera. Ecco, la profezia di lei cominciava ad avverarsi: egli andava dietro le orme delle scarpette come il gatto dietro le orme dell’uccello.
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Finalmente piove. Nel camino brilla una fiammata gialla; nell’atrio i bambini, prigionieri chiassosi, stanno rannicchiati sotto l’ombrellone cremisi del Pirloccia.
— Io sarò il pulcino più grande e vi beccherò, — gridava il primogenito di Carissima. — Ho certi dentini fini fini, io, che sembrano becchi. State attenti; ora vi becco, eh?
Ed egli dovette eseguire il suo progetto, perchè si udirono subito due strilli, e l’ombrellone rotolò fino all’uscio di cucina.
— Dio ve strabenediss, puttini! Ora vengo io e vi dò il beccare!