Pagina:L'ombra del passato.djvu/330

326 l'ombra del passato

scricchiolar della sabbia intatta; e provò un vago turbamento, come se quel piccolo rumore indicasse il passaggio di un essere misterioso. Volse il capo, balzò in piedi. Sì, davanti a lui, fra i cespugli fioriti, stava Maddalena.

Ella sembrava davvero un essere misterioso, un fantasma del crepuscolo, apparso per un incanto naturale, come appare in cielo la stella della sera.

La luna faceva aureola al suo capo, avvolto in una sciarpa di crespo rosa che pareva una striscia dei vapori dell’orizzonte. In una mano ella teneva un mazzo di fiori gialli; con l’altra staccava un giglio, torcendone il gambo resistente.

Adone la guardò: ella lo guardava già, senza meraviglia, senza esitanza, con occhi dolci, quasi sorridenti. Pareva lo invitasse ad aiutarla a strappare il fiore che resisteva alle sue dita lievi.

Fu un momento: ma a lui parve un lungo periodo di tempo che bastò a fargli dimenticare il luogo dove si trovava, i pensieri che poco prima lo rattristavano. Poi ella se ne andò, lieve e silenziosa come era venuta.

Egli si gettò di nuovo sulla sabbia: non pensò a seguirla, non pensò a rivederla. Ella era lì, davanti a lui: egli non vedeva altro nel mondo. Non aveva mai provato una cosa simile. Per qualche tempo stette immobile, ascoltando le voci che si allontanavano dalla riva. Gli pareva di sognare, e quando tutto fu di nuovo silenzio, egli si domandò se l’apparizione di Maddalena fosse stata reale. Ad un tratto si sollevò, con la folle speranza che l’il-