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l'ombra del passato | 319 |
Da qualche tempo in qua egli si compiaceva di letture tristi; sentiva come un bisogno di soffrire, di tormentarsi. Tornava a provare quel desolato senso di solitudine che lo aveva oppresso da bambino. Gli pareva di esser solo al mondo. Anche Caterina aveva dubitato di lui. Ella non lo conosceva: nessuno penetrava sino in fondo alla sua anima solitaria. Egli allora, come per distrarsi dalla sua solitudine, cercava la compagnia di altre creature lontane, malate come lui: e non si accorgeva che andava verso coloro che soffrivano, per confortarsi del suo dolore! E leggeva le notizie della rivoluzione russa, comeimmerso in un sogno di pietà e di terrore, senza più accorgersi che intorno a lui ferveva una vita di lavoro e di speranza.
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In settembre, a Casalino, tutti lavorano.
Fin dalla mattina presto le aje sono animate da voci, grida, rumori diversi. Tutti son già al lavoro: anche i bambini dimostrano un’attività straordinaria; non si contentano dei soliti giuochi, vogliono anch’essi lavorare, e scavano buche, girano le mole da arrotare, vanno a molestare il fabbro, il falegname, lo scoparo, che lavorano all’ombra dei fienili, sotto i grandi portoni nel cui sfondo si vede il verde della vite e il giallo del