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l'ombra del passato | 285 |
— È tempo di finirla! Perchè faccio questa parte da zingaro? Perchè devo far divertire questi «nobili spettatori» ? Io m’infischio di loro.
E non guardava mai in platea. Quando Celeste apparve, coi magnifici capelli sciolti e il viso truccato con vera arte, egli si propose di mostrarsi appassionato con lei, ma subito vide che la figlia del tiranno dava nell’occhio ai «nobili spettatori». Uno di questi, a sua volta, attirò immediatamente gli sguardi dell’attrice.
— Stia attenta: lasci stare quello stupido, tanto è ammogliato! — le susurrò Adone stizzito. Ma Celeste lo fissò un momento coi suoi occhi beffardi, e per tutta risposta guardò ancora il nobile spettatore! Ah, ella non si tormentava certo con vani scrupoli. A che servono gli scrupoli se non a far perdere il tempo?
E allora Adone, come eccitato dal buon esempio, guardò, quasi senza volerlo, la signorina Dargenti.
Ella teneva gli occhi bassi e pareva distratta.
Ma appena egli la guardò, come attratti da un bagliore lontano, gli occhi lunghi e carezzevoli s’aprirono e il loro sguardo andò incontro allo sguardo che li cercava.
Adone credette di svenire, tanto lo sguardo di lei era penetrante. Egli chiuse gli occhi, li riaprì, guardò altrove; ma ovunque, ovunque, vedeva gli occhi di lei. E come per isfuggire a quell’ossessione la guardò ancora, con la speranza e con la paura ch’ella non rispondesse più al suo sguardo.
Ella rispondeva sempre.