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l'ombra del passato 283


Adone, sotto il pergolato, col viso rivolto al viso della luna, ascoltava il battibecco delle due donne e, benchè fosse abituato ai modi rozzi della vecchia, s’indispettiva contro di lei ed un po’ anche contro Caterina.

— Ma taci! — gridò alfine.

Caterina tacque: anche la vecchia si calmò: e non s’udì, nel silenzio lunare, che lo stridere melanconico dei grilli.

E d’improvviso, come per un fenomeno ottico, Adone rivide davanti a se gli occhi dolci e voluttuosi di Maddalena. Egli respinse la visione, che non aveva desiderato, ma non potè respingere i pensieri e i ricordi che gl’invasero la mente, con assalto improvviso, come una torma di nemici in agguato.

Pensieri e ricordi, nella furia dell’invasione, si confondevano fra loro. Qualche ricordo però si distingueva, fra tutti: Davide... il giovinotto arrivato in bicicletta... gli ospiti del palazzo... Maddalena che attraversava il prato... le parole di Agostino il gemello.

Passarono alcuni giorni. Per quanto Adone fosse convinto che gli occhi son fatti per guardare, egli esitava prima di sollevare i suoi davanti a Maddalena, quando la incontrava nel prato della chiesa o la vedeva nella secolare carrozza della nonna.