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l'ombra del passato 279


— Ma di’, puttino, che hai fatto? Hai mangiato il riso ed hai dimenticato i granellini in bocca? Ma di’, Adone?...

— Ma no. zio! Sono i dentini; guarda bene. Hai visto?

— Ah, sì! Mi parevano granellini di riso...

Egli non sorrise più: guardò ancora la sua figura e le disse:

— Come sei brutta!

Più tardi egli, mentre stava davanti alla porticina del «teatro», vide la marchesa e Maddalena che attraversavano il prato. Per la prima volta egli si accorse che ella era magra, senza forme, un po’ rigida come la nonna. Col suo vestito un po’ corto, i capelli raccolti sulla nuca, le braccia magre e il petto liscio, ella pareva una adolescente.

No, ella non ispirava alcun desiderio. Oramai Adone si piccava di conoscer le bellezze femminili. Aveva un’amante bella! Un’amante! Sì, ed egli era orgoglioso di averla, ed era grato a Caterina di avergli dato anche questa soddisfazione, di essere stata la sua amante segreta, in attesa di diventare la sua compagna fedele.

Maddalena e la nonna salirono la gradinata ed entrarono in chiesa. Egli si sentì melanconico per conto di Maddalena. Davide gli aveva detto che ella andava in chiesa solo per contentare la nonna. Sì, ora egli ricordava tutte le notizie che Davide gli aveva dato sul conto di lei. Ella era un «tipo» alquanto strano, come lutti i Dargenti. La nonna