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l'ombra del passato | 265 |
stico, era un attore romantico, estremamente vanitoso. Volle dare la Croce d’oro e i Due Sergenti, che erano stati i suoi cavalli nella battaglia da lui miseramente perduta: la gente si annoiò. Ma un giorno, mentre la compagnia discuteva sul nuovo lavoro da rappresentarsi, e Adone proponeva la Morte civile, Candido si alzò, si levò il berrettino di carta e vi guardò dentro come per cercarvi un’idea.
— Se permettete dico la mia. El gh’è una commedia divertentissima, che ho veduto da bambino a Mezzano. El gh’è in questa commedia un personaggio che vien fuori con la spada e dice terribilmente:
Con questa spada in mano,
Faccio scommessa un paolo,
Che taglio la testa a Golo...
Che effetto, con rispetto parlando! Alle donne veniva fastidio dal ridere. Diamo quella!
— Se non ricordi il titolo! — disse Adone.
Candido morsicò il berrettino.
— Aspetta! C’era un omaccion cattif, chi turmentava la gente! Era bella, veh! Pareva una recita di burattini, tanto era bella!
— Ma se non ricordi il titolo! — ripetè Adone desolato.
Allora l’ex-comico disse con disprezzo:
— E’ Il Tiranno di Padova!
E Adone andò a Viadana in cerca del libretto: lo trovò e in compenso volle una parte forte: quella del personaggio con la spada.