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l'ombra del passato | 263 |
— Davide... Davide!... — gridava Adone.
E ricordava le sue ire, da ragazzetto, quando sentiva parlar male del suo vicino. Fra lui e il pittore sorse una viva discussione: entrambi però conservavano una certa misura, vicendevolmente cortesi.
— Perchè no? Gli uomini raffinati dovrebbero tender più che gli altri ai nostri ideali, — disse a un certo punto Adone. — Chi si preoccupa più del mantello, come quel contadino? Noi oggi, è vero, consumiamo i nove decimi delle nostre energie fisiche e intellettuali a procurarci il nutrimento: il giorno in cui questo problema sarà risolto dalla collettività comincierà la vera vita intellettuale per gli uomini. Sa chi ha detto questo? Wagner!
— Io aborro Wagner, — disse tranquillamente il pittore.
Adone fece un gesto di stupore: l’altro aggiunse:
— Per me Wagner è simile al mare: bellissimo e noiosissimo. Odio l’uno e l’altro!
— Io adoro il mare, — disse Adone per contraddire il pittore. Egli non aveva mai veduto il mare!