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alle sue padrone, e speriamo d’avere il permesso finchè non arrivano loro.

Ma Caterina era gelosa.

— Io non potrò venire, e tu non verrai da me nelle sere di recita. Perchè vuoi fare questa cosa? Per divertire gli altri, ecco tutto. E le ragazze ti guarderanno.

— E lasciale fare! — egli disse, rassegnato. E tu anche verrai.

— La nonna non vuole.

— Ma insomma, questa nonna benedetta! egli disse stizzito. — Mi fa una rabbia! Verrò a prenderti di nascosto, qualche sera.

— No, no, bello! — disse calma Caterina.

— L’anno scorso saresti venuta.

— L’anno scorso ero una stupida.

— Mi piacevi di più!

— E non dir bugie, bello!

Il pranzo fu allegro. Del resto non si son mai visti a Casalino pranzi non allegri, tranne i brevi banchetti funebri d’uso dopo qualche funerale.

Come al pranzo per la laurea di Davide, assistevano le persone più notabili del paese: grossi proprietari, negozianti di grano, il fabbro filosofo, il padrone dell’Antica Osteria del Vicerè e stallo.