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l’ombrello in avanti perchè quelli del carrozzino non li vedessero in viso.

— Basta ora. — disse Caterina. — Ci vedono dai campi.

— E lascia che ci vedano! Non vuoi più che ti baci: stai diventando noiosa come la nonna!

— Ma sta zitto, insolente! Brutto!

— Bruttissima!

E si baciavano. Però era vero. Caterina diventava prudente. Egli invece si infocava ogni giorno di più, come il sole in quella stagione. In quei giorni, -dopo il suo ritorno, egli si divagava alquanto, combinando le «recite in persona» da offrire all’incolto pubblico di Casalino. Le «recite in persona» ottengono molto successo in agosto e ai primi di settembre. In quel tempo il paese è affollato, la gente allegra: si finisce di vuotar le botti e le bottiglie, per far posto al vino nuovo; i negozianti di scope e d’uva non sono ancora partiti: arrivano invece i negozianti di grano e i negozianti di cavalli della Croazia. E tutti questi uomini si divertono alle «recite in persona» come le fanciulle al ballo.

Adone aveva una speciale attitudine per il teatro; gli altri dilettanti, poi, si offrivano con slancio veramente eroico; la difficoltà consisteva nel trovare un locale adatto.

— Speriamo di ottenere la vecchia scuderia del palazzo Dargenti, ora ti farò vedere dov’è, all’angolo del parco, — egli disse a Caterina, quando lasciarono l’argine per il viottolo. — Jusfin ha scritto