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l'ombra del passato | 225 |
crescevano laboriosi e gentili; soltanto il piccolo rimaneva un po’ rachitico e selvaggio: e si nascondeva quando Adone lo chiamava!
- Per lui sono un uomo fortunato, — pensava Adone, ricordando che Reno un giorno aveva raccolto le briciole della sua focaccia. Poi il suo pensiero si rivolgeva con tenerezza alla sorellina Eva.
- È diventata carina davvero: prenderà marito, speriamo! Anche i fratelli si ammoglieranno. Perchè non dovranno esser felici anche loro? La mamma e Reno li ajuterò io, certo. Speriamo, speriamo!
E sperando cercò di addormentarsi: ma aveva appena chiuso gli occhi quando un lieve rumore lo svegliò.
— E maledetti topi! Ah, il mio vestito!
Sollevò il capo, inquieto per il suo bel vestito grigio alla moda; ed anche per le sue calzette a righe nere e gialle. I topi non rispettano nulla. Non pensano che un vestito alla moda e un pajo di calzette fini costano grandi sacrifizi ad un giovane povero!
Egli rimise la testa sul guanciale e di nuovo si rattristò. Pensava alla zia, che lo faceva dormire ancora lassù, in quella cameraccia desolata. Egli era sempre l’intruso, in quella casa; era sempre l’uccello di passaggio. La zia s’inteneriva per lui solo quando era malata; Pirloccia non lo bastonava più perchè non poteva: gli altri lo guardavano con indifferenza o con invidia. Ed egli, nonostante le sue teorie sull’amore universale, non amava i suoi parenti, non vedeva l’ora di andar-