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218 | l'ombra del passato |
— Parliamo d’altra cosa! Ora son bell’e stufa di questa storia, — ella mentì.
Ma la vecchia si tolse la pipa di bocca, la vuotò per terra, la depose sullo scalino.
— Voglio continuare io, ora! — disse con la sua voce grossa, e man mano raddolcendola e abbassandola ripetè a modo suo il seguito della novella, alla quale finì col dare un colore di fiaba.
Elena s’era storto un piede, mentre si recava con un’amica alla fiera di Mezzano! L’amica era andata in cerca di qualche boscaiuolo che l’ajutasse a trasportare la fanciulla fino alla riva del Po. Vedendo Elena sola, pallida, abbandonata sull’erba, Paride si spaventò e le si inginocchiò davanti. Elena piangeva e rideva, per il dolore e per la gioja. Si guardarono e in quel momento compresero di amarsi.
— ... «Perchè sei diventato pallido?» domandò Elena. E Paride rispose: «Perchè ti amo d’immenso amore!»
— Non è così! — gridò Caterina indispettita. Così parlano i burattini!
— Tutti gli amorosi son burattini! — disse la vecchia.
E Adone rise ancora, ma protestò.