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202 l'ombra del passato

notte? È più dispettoso e lugubre del solito. Abbaja anche contro le nuvole. Forse ha freddo, sente che la stagione autunnale s’avvicina, ricorda la minaccia del suo padrone ed ha paura...

Adone sta sdrajato sotto il riparo di canne: è stanco, ma non può dormire. Pensa a tante cose. Dunque, Caterina non ha ottenuto niente: fortuna che non l’hanno bastonata o magari ammazzata come una lepre! Eh, il vecchio Jusfin è cattivo! Adone ha sempre diffidato di lui. Se l’ex-cacciatore fosse stato appena appena buono avrebbe tirato le orecchie a Maddalena, non a Caterina. Maddalena è ancora più cattiva di Jusfin: è cattiva come Pirloccia.

— Se mi capita — pensa Adone — le do due o tre pugni, ma di quei buoni!

— Tu dovevi graffiarla, o buttarle addosso tante pietre! — egli aveva detto a Caterina, riaccompagnandola sull’argine, e chinandosi a raccogliere sassolini.

— Così, ecco! — E lanciava con forza i sassolini.

— Ma se là non ce n’erano!

— E le scarpe non ce le avevi, come lei? T’ha fatto male?

— No, no: era leggera! Non era mica una scarpaccia! Mi fanno più male le orecchie! Come le ha tirate, quel saraceno!

— Ma perchè non hai detto quello che volevi?

— No, no, e no! — ella gridò con rabbia, instandosi le mani alle orecchie rosse ancora. — Quel saraceno andava a dirlo alla nonna!