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168 | l'ombra del passato |
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Anche quell’unno l’inverno fu lungo e rigidissimo. Tognina dovette rimettersi a letto, con le ginocchia gonfie, e invano Carissima tentò di farle il messaggio come la signora Maria le aveva una volta consigliato.
Del resto anche Carissima aveva i suoi guai: era incinta, aveva un bambino malato, che piangeva tutta la notte, e ben presto si stancò di curare la Tognina.
Anche la zia Siena aveva da fare: Pirloccia, poi, ritornato dal solito giro, aveva paura di ammalarsi come l’anno scorso, e per curare la sua salute, quando non lavorava se ne stava nell’osteria di Elettra raccontando le sue avventure di viaggio. Quando la moglie dell’altro gemello o le innumerevoli cugine e parenti di Tognina venivano in casa entravano appena un momento dalla malata, poi se ne andavano nella cucina o nella stufa, e chiacchieravano e ridevano con Carissima.
La malata, stesa sul suo letto di piume, piccola e nera come una mummia, pareva rassegnata alla sua solitudine: le bastava la compagnia silenziosa delle sue sedie e dei suoi vasi di conserva!
Anche Adone entrava in fretta, guardava intorno curiosamente, sempre in cerca di qualche novità, poi fuggiva. Gli altri non badavano a lui che per deriderlo o rinfacciargli la sua vita oziosa;