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162 | l'ombra del passato |
Durante tutta la messa egli non le staccò gli occhi dal viso, mentre anche le donne si voltavano per esaminare la bambina e specialmente la cameriera di Colorno, quella che Adone aveva creduto la marchesa. La bimba inginocchiata sulla sedia leggeva nel suo piccolo libro di preghiere, e pareva indifferente, quasi triste; ma ogni tanto volgeva intorno gli occhi d’un bel caataneo dorato, e un’espressione di curiosità furtiva le animava il visetto delicato e scuro.
Poi sedette, sbadigliò, si mise a giocherellare col libro: senza dubbio era stanca di stare in chiesa.
Dopo l’Evangelio il prevosto fece un breve sermone: poi diede il benvenuto alla marchesa, in nome della popolazione, e ricordando commosso i bei tempi quando il palazzo Dargenti poteva dirsi l’anima del paese, s’augurò che quei tempi ritornassero presto, anzi fossero già ritornati.
Il viso della marchesa non espresse nè gioia nè dolore, per l’augurio del prevosto. La signora paffuta non cessava di sorrìdere e con la testa accennava di sì, di sì. Pareva rispondesse lei per la marchesa.