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vulo perchè inciampò contro lo scalino della porta e per poco non cadde. Adone ricordò sempre questi particolari.

Appena entrato, il Pirloccia lo guardò e gli fece cenno di alzarsi.

— Su!

— Che volete?

— Su, andiamo! Conduci le vacche a pascolare.

Il ragazzetto palpitò, ma non si mosse.

— Ohe, a chi dico? Al muro? — gridò l’uomo, spalancando gli occhi, minaccioso. — Dico a le, pelandrone! È tempo di finirla: oramai sei alto e grosso e mangi per tre. Alzati.

— Io non vado... io non voglio andare... mormorò Adone. — E poi è anche domenica...

— Sì, andrà domani... comincerà da domani — disse timidamente Tognina.

Ma l’uomo cominciò a saltare di qua e di là, poi si battè i pugni contro i fianchi: pareva l’avesse morsicato una vipera.

— Ah, domani? Ah, domani? Ah, sì, domani? Sentitela, la scema! Lo avvezzi bene, il tuo merlo: lascialo un altro momentino e vedrai come ti caverà gli occhi! Oggi bisogna andare, oggi! Cammina, pelandrone, o ti prendo per le orecchie! Ti dico che è tempo di finirla: ora mi ci voglio mettere sul serio. Su, cammina. Ti manderò anche a fare il boassin1.

  1. Raccoglitore di concime.