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l'ombra del passato | 111 |
cessero subito pace e riprendessero le loro discussioni.
Adone parlava spesso di Davide: ne parlava con tale entusiasmo che a poco a poco Marco si lasciava suggestionare e pensava allo studente come ad un essere meraviglioso. Un giorno disse:
— Quando tornerà ancora, questo tuo Davide, verrò anch’io a pescare con voi.
— Vedrai, vedrai! E sentirai come canta! Se poi tuo padre ti bastona dillo a lui, e vedrai...
Ma non c’era pericolo. Il padre di Marco adorava il suo unico figliuolo e pensava a tutt’altro che a bastonarlo. Lo mandava ben vestito, ben calzato, ben nutrito, e tutte le mattine gli dava un soldo perchè si comprasse qualche cosa da Belluss.
Tutti gli scolaretti facevano tappa al casolare; e l’omone dai grandi occhi celesti, ora che il freddo diventava intenso, accendeva tutti i giorni un mucchio di segatura perchè i piccoli clienti intirizziti potessero scaldarsi.
Dalla finestra della vasta cucina giallognola si scorgeva il paesaggio nebbioso. I ragazzi, quasi tutti poveri, coi visini rossi di freddo, erano infagottati in modo ridicolo e pittoresco; Adone spariva entro un mantello grigiastro dello zio morto, e aveva in testa un berrettino di pelo, di misteriosa provenienza. Per quanto raccorciato, il mantello sfiorava il suolo e aveva i lembi orluti di fango, ed era anche rattoppato, ragione per cui Marco diceva che Adone col suo tabarro sembrava una