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106 | l'ombra del passato |
non aveva mai veduto un tenente; ma sapeva che i militari pregano che venga la guerra perchè il loro mestiere è quello d’andare alla guerra. Sono cattivi, dunque: vorrebbero far morire la gente.
— Che roba, che roba, Dio mio! Paragonare Davide a un tenente! — disse Adone, giungendo le mani, e gettando la testa all’indietro. — Che ridere, Dio mio!
Ma non rideva. No. anch’egli non aveva mai visto un tenente, ma bastavano le parole di Davide, riferite dalla matrigna, perchè anch’egli, per far dispetto a Marco e dimenticando le lezioni del maestro di Casalino, deridesse, disprezzasse e temesse i «militari».
Più tardi egli andò da Sison, per sapere qualche cosa circa la misteriosa vecchia del palazzo Dargenti: ma il cordaio non era in casa e Andromaca non sapeva nulla.
— Andiamo a vedere, — ella disse, punta dalla curiosità.
Andarono assieme: anzi Adone le si attaccò al braccio e non volle più lasciarla.
Attraversarono la strada, giunsero al cancello. Era chiuso. Il prato della chiesa era deserto: dal viottolo però si avanzava fino il figlio del caser, il bel giovinotto roseo, dai grandi occhi neri e i denti così bianchi che si vedevano da lontano. Scorgendo Andromaca, anch’egli si avvicinò al cancello.
— Che guardate? — domandò, cingendo con un braccio la vita della fanciulla.