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seguito del suo proprio insegnamento, e del modo che egli stimerà di tenere nel medesimo.

Senonchè io deferisco di buon grado al desiderio dei miei colleghi, e mi affido ancora per alcuni momenti alla cortese tolleranza vostra, a fine di tracciarvi per brevissime linee, e in forma, dirò così, di semplice contorno, quale sia l’assunto proprio dei singoli insegnamenti, e il naturale loro nesso cogli insegnamenti organici della facoltà.

Importa a noi tutti, e prima di tutto, che sia gelosamente evitato ogni appunto che mai potesse esserci mosso di trascendere con aspirazioni scientifiche non ancor bene definite, nè positivamente sancite, i limiti e le esigenze pratiche della didattica, o di usurpare indiscretamente sul campo che già si trovasse attribuito alla altrui competenza.

E ciò potrà pur anco giovare ad illustrazione e commento di quanto vi sono venuto poc’anzi esponendo in via generale, e a riprova del come vi corrisponda il presente sviluppo della scienza.

Avremo una scienza dell’amministrazione, e una scienza delle finanze.

La prima è la scienza che in Germania può attingersi in forma metodica ai testi classici del Mohl e dello Stein, ma che non manca di parziali antecedenti anche fra noi ed in Francia; e basta uno sguardo anche non molto profondo a quei libri, per accertarsi, chi ne dubitasse, se realmente una tal scienza esista, e qual ordine di cognizioni più specialmente comprenda. Io stesso ho avuto altre volte l’onore (or fa quasi venti anni) di esserne titolare presso l’università di Padova; e ricordo questa circostanza all’unico scopo di far meglio comprendere che non si tratta al postutto di una novità.