buon termine, corrispondere à quello, che merita
la mia fede. O solitarii alberi, che da quì innanzi
hauete à far compagnia alla mia solitudine, date
mostra col sonoro mouimento de vostri rami,
che non vi difpiacela mia prefenza. O tu Scudiero
mio,piaccuol compagno ne’iuici profperi a & auuet
fi fuccefll tien’bcnc à mente quello, che mi vedrai
fare» per poterlo poi raccontare, e riferire alla.*
caufa totale di quefte cofe. E detto quella» fmontò
da Ronzinante, e fubito gli cauò la briglia, &
la fella, & dandogli vna palmata fu la groppa gli
diffe - Liberti ti da colui, che fenza nifluna rimane,
òcaualio si grande per le tue opere, comò
graziato per il tuo de/lino 5 va pure dou’c’ti piace,
che tu porci ferino nella fronte, che THippocnlfo
d’Aftolfo, non t’ha fuperatoin leggerezza» nèu
celebrato Frontino, che si caro corto à Bradamante
Sancio vedendo questo disse . Sia benedett’hora
chi ci ha leuato la fatica di leuar la bardella al
Leardo, che certo non gli sariano mancate quattro
palmate che dargli, nè lodi con che ingrandirlo:
ma se egli fusse quì; non comporterei mai;
che nissuno lo sbardellasse, perce non occotreua,
che à lui non gli toccauano le regole generali d’innamorato, ne di difperaro, poiché io, che ero luo
padrone, quando Dio volle, non haueuo tal pen*
fiero* £r le la mia partita» e lavoftra pazzia Signor
Caualicro della Trifte Figura è certa, larà
bene rimettere la fella à Ronzinante» acciò (upplifca
il mancamento de mio Leardo > e così lì metterà
quei’ manco tempo in andare., e tornare 5 che
fé io vòà piedi * non so quando arriucrò» ne quanS
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