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DELLA MANCIA. 5

la gran voglia, che egli haveva di dare una mano di calci à quel traditore di Galalone, haverebbe dato la sua serva, & anco davantaggio, la sua nipote. Havendo finalmente perso affatto il giudizio, gli venne il più stravagante capriccio, che mai venisse à nissun pazzo nel mondo, & fù che gli parve esser cosa ragionevole, & necessaria, si per aumento dell’honor suo, come per servizio della sua Republica farsi Cavaliero errante, & andarsene per il mondo con le sue arme, & cavallo, à cercare le venture, & à fare quell’esercizio, che (come haveva letto) è proprio de Cavalieri erranti, disfacendo ogni forte d’ingiuria, & mettendosi a pericoli, & risichi, dal buon successo de quali n’acquistasse eterno grido, & fama. Pareva al poveraccio che già per il suo valore l’havessero coronato (à dir poco) Imperatore di Trapisonda, & così con questi be’ pensieri, trasportato da un incredibil piacere, procurò di mettere ad effetto il più presto, che gli fù possibile, quanto desiderava: & la prima cosa, che egli fece, fù ripulire certe armature, che havevano servito à suoi bisavi; che per essere cariche di ruggine, & con un palmo di muffa, era un secolo, che stavano in un cantone, le nettò, & ripulì il meglio, che seppe; ma s’accorse d’un grande mancamento, & era, che non havevano la celata con buffa, ma un semplice morione: se bene à tutto questo supplì la sua industria, perché di certi cartoni fece un modello di mezza celata, che aggiustato con il morione, pare- va propriamente una celata intera: è ben vero, che per fare prova della sua fortezza, & se resisteva alla furia d’una coltellata, messe mano alla spada, & gli