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spesso la rovina degli imperi. — E ad ogni modo, se mai egli avesse avuto uno scrupolo su ciò, rispettiamolo, e accettiamo la lezione quale da lui ci venne.

Tanto più che per ogni altro rispetto, davvero che di logica l’editto non manca.

Dal momento infatti che Diocleziano sembra essersi persuaso che la legge può infrenare l’intemperanza dei prezzi, e creare o mantenere fra certi limiti il buon mercato, egli applica la legge a tutto, e fa una tariffa universale. Il che va indubbiamente a filo di logica. — Come avrebb’egli forse sorriso della pusillaminità de’ nostri moderni, i quali hanno fede che sia data facoltà e discrezione di costringere la cupidità degli incettatori di biade, il monopolio affamatore di fornaj e macellaj, e assentono invece illimitata balìa al primo capitato di porre e discutere a suo talento e capriccio i prezzi di tutte l’altre cose; quasichè codesta nostra perversa natura non rimanesse in ogni sua relazione la medesima, e la libertà non trasmodasse dappertutto e sempre ad intemperanze e disordini; — quasichè il mercato potesse egli obedire, in via di ragione, a tutt’altra legge che non sia quella di chi ha in sua mano la somma delle podestà civili, e tiene l’ufficio di essere la providenza vivente, oculatissima, immanchevole, della societa! — Eh via! Se la legge è buona per condurre ad obedienza e moderazione i prezzi delle granaglie e delle carni, e perchè no adunque quelli del vino, delle vesti, degli utensili? E se si tassano gli alimenti, perchè no anche le opere? — Sembra almeno che così vorrebbe la coerenza; e se si è persuasi di far il bene in un campo, non si dovrebbe poi essere restii a cimentarsi di farlo in tutti.

Ad ogni modo, siamo nuovamente al caso di dover dire che Diocleziano l’intese cosi; e a partire da questo punto, il merito della logica non gli può essere contrastato.

L’editto può distinguersi in capi (nel testo di Waddington sono XVIII), e mostra non volere dimenticar nulla di ciò che a quei tempi componeva la suppellettile delle cose venali. Il primo capo, per es., tratta dei grani e legumi in 35 articoli, il secondo dei vini, e ne enumera 19; il terzo degli olj, e ve n’ha 12; poi vengono le carni in 50 titoli, e i pesci in 12. Il capo sesto è destinato agli erbaggi e alle frutte, e sono 96 gli oggetti posti in elenco.

Seguono le mercedi degli operaj, i quali sono di 41 specie. Poscia i lavori metallurgici (aeramentum) in 76 articoli, le pelli, e tutti i lavori coriarj, per oltre un centinaio; i materiali da costru-