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mercato. — Un editto pose ai prezzi il termine massimo che non potesse esser varcato; e guai a chi avesse osato contravvenire alla prescrizione imperiale!1.

Dovette di certo essere stata una singolar gioja, un giorno di vera felicità pegli archeologi, quello in cui venne primamente annunziata la scoperta di un editto mercimoniale di Diocleziano. — Esso fu ritrovato nel 1709, e in parte copiato da Sherard, sui muri esteriori di un edifizio in marmo fra le rovine delle citta di Stratonicea nell’Asia Minore; in appresso, nel 1817, quell’iscrizione fu rilevata per intero dal viaggiatore inglese William Bankes, che al suo ritorno ne pubblicò un fac-simile di notevole fedeltà.

Un altro frammento fu ritrovato nel 1807 in Egitto, scolpito in pietra, che oggi conservasi nel Museo di Aix di Provenza, e che fu illustrato nel 1829 da Fonscolombe. Poi il Le Bas ne scoperse differenti frammenti a Aezani, Mylasa, e nella Chiesa di Hagios Jannis a Geraki, l’antica Geronthra, in Laconia, in lingua greca; uno, nella stessa lingua, a Carystos in Eubea, pubblicato la prima volta da Mommsen, sulla copia dell’architetto tedesco Schaubert; alcuni, sempre in greco, incontraronsi in Livadia, e finalmente uno ultimo a Megara da Francesco Lenormant nel 1860.

Diocleziano avea voluto che il suo comando si scolpisse in marmo ed in bronzo, nelle due lingue classiche ed uffiziali dell’Impero, la latina e la greca, a norma delle varie provincie; e in questo esso fu puntualmente obbedito. Il che, se non gran fatto ai contemporanei di lui, giovò almeno ai moderni eruditi, una classe di gente, alla cui felicità è probabile che l’Augusto, cotanto preoccupato di quella de’ suoi sudditi, è probabile non abbia rivolto nemmeno lontanamente il pensiero.

Illustrato man mano da Dureau de la Malle (Écon. pol. des Romains, liv. I., ch. XII, XIII.), da Mommsen (Das Edict Diocletians, 1851), e da altri pure, quell’editto ci sta ora innanzi ristampato, integrato, per quel che danno le più recenti scoperte, illustrate di un copioso commento, per opera di W. H. Waddington, sotto il titolo di Édit de Dioclétien, établissant le maximum dans L’Em-

  1. L’editto non è soltanto in nome di Diocleziano, bensì in quello di tutti e quattro gli imperanti, i due Augusti e i due Cesari, perchè valesse per tutto l’Impero; ma si è concordi nel riguardarlo come opera propria di Diocleziano. Esso mostra appartenere all’anno 301.