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60 bramire — brandistocco.

può stabilirsi che la rad. idg. bhrem denotante “movimento” prendesse il senso di “rumore” già in tempi antichissimi, quello di “rumoreggiare delle fiere” dopo la separazione delle genti, e infine quello di “desiderare” solo quando dal campo ger. fu passata nel rom., e anche qui solo in alcune delle lingue neol. Il bl. ignora questo vb., che però il Mackel suppone entrato fino dalle immigrazioni. Der.: bram-a-abile-eggiare-osamente-osia-osità-oso: disbramare, sbramare. V. Bramire.

Bramire, l’urlare delle fiere, il fischiar dei serpenti (Guittone). Evidentemente è una forma parallela del vb. precedente, col significato originario che ci è mostrato dalle lingue neol. sorelle, e dal ger. Riposa su di un ger. * bramjan. Der.: bramito.

Brandire, vibrare scuotere prendere maneggiare (Novellino, Liv. Manos.). Risp.: prov. afr. brandir, sp. blandir vibrare la lancia. L’esistenza del vb. in quistione nel sec. 13º mentre il nome compare solo nel 15º, m’induce a supporlo venuto immediatamente dal fr. e prov., anzichè a crederlo formatosi dal nome stesso in Italia; tanto più che ritengo che quest’ultimo sia anch’esso riproduzione tardiva del nome francese. La derivazione immediata da un ger. * brandjan sarebbe regolarissima foneticamente; ma esso non è documentato. Per il resto v. Brando.

Brandistocco, arma simile alla picca, ma con asta più corta e ferro più lungo (Lippi, Malm.; Neri, San Min.). Non credo col Tommasèo ad una formazione it. da brandire e da stocco, che non dà senso; ma bensì ad un imprestito dal fr. brin d’estoc che compare colà nel sec. 16º, e che è riproduzione di t. Spring-Stock bastone da saltare: riproduzione che risulta evidente da un passo del D’Aubigné il primo scrittore fr. che usa il vocabolo, il quale parla di soldati di Harlem che s’ajutavano col brin d’estoc, dove è naturale che egli desse forma fr. al nome d’un’arma da essi adoperata.