burgus era precisamente uno di questi vocaboli. Difatti se burgus fosse stata voce comune o introdotta da un pezzo (come avrebbe dovuto essere se fosse derivata dal gr.), che bisogno aveva Vegezio di aggiungere la frase «quem burgum vocant»? Questa espressione significa che burgus era parola poco nota, perchè usata solo dai legionari. Questa mia interpretazione è confermata dal trovare in appresso la stessa formola usata da altri scrittori a proposito di parole venute certamente dal ger., per es. da P. Diacono per bandum, e da Raterio di Verona per sparones (sproni). In sostanza si trattava di vocaboli poco noti, perchè introdotti di recente, e quindi occorreva una spiegazione od almeno un raffronto col termine comune della lingua scritta. Ma un argomento decisivo per l’orig. ger. di bl. burgus l’abbiamo in Orosio che verso il 430 scriveva che i Burgundioni ebbero quel nome perchè «crebra per limitem abitacula constituta burgos vocant». Il medesimo è ripetuto nella vita di S. Farone di Meaux a proposito dei Germani. Ora giusta o no che sia l’origine che Orosio assegna al nome Burgundiones, a noi basta rilevare che qui è chiaramente detto che burgus è vocab. ger., e che i popoli ger. di questi burgi ne avevan costruiti molti sui confini. Ed ecco accennata la ragione per cui ger. burg era entrato nel bl. anche prima delle invasioni barbariche. S’aggiunga l’immensa diffusione di ger. burg in tutto il nord, il centro e l’ovest d’Europa, mentre è appena credibile che avesse potuto dilatarsi tanto se avesse avuto origine gr. lat. Ed un’ultima prova l’abbiamo nel suono gutturale conservato da quasi tutti i deriv. come it. borghese borghigiano, afr. borgois, prov. borgues, port. burguez; indurimento che sarebbe inesplicabile nell’ipotesi dell’orig. gr. E ciò è tanto vero che i sostenitori dell’etim. gr. concedono poi che il ger. abbia influito sulla formazione dei derivati. È dunque storicamente certa l’orig. ger. del gruppo rom. in discorso, ed è assurdo pensare a gr. πύργος. Ger.