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44 | blasone. |
cia dagli Svizzeri al soldo dei re francesi, come in parecchi altri casi. Anche tm. Bivouack e ing. bivouk sono riflessi del fr. alla fine del sec. 17º. Der.: bivacca-mento-re.
Blasone, arma gentilizia, scienza araldica (Borghini † 1580). Immediatamente riproduce fr. blason d’ug. sig. Questo senso però anche nel fr. s’era svolto piuttosto tardi; e afr. blezon blason [sin dal sec. 12.º] con prov. blezô blizô, sp. blason port. brâsao valeva dapprima “scudo, scudo adorno, stemma, arme dipinta nello scudo, lode o biasimo”. Febrer di Valencia alla fine del sec. 13º usa blasó in senso di “stemma, splendore, gloria”; il quale ultimo signif. è ancora annesso allo sp. Un tal ceppo rom. è indubbiamente d’origine ger.; ma può ammettere una doppia derivazione. Alcuni col Diez lo riportano ad ags. blase ing. blaze fiaccola ardente, vampa, mat. blas candela splendore, vb. ags. blysan ardere. Da questo senso si sarebbe passato a quello di “splendore”, come designazione dei colori bianchi e turchini degli scudi o stemmi; indi a quello di “magnificenza o gloria” delle persone il cui stemma era adorno di quei colori o fregi. S’avrebbe adunque la progressione ideologica: fiaccola accesa-lustro-scudo adorno di fregi riflettenti gli alti fatti d’un gentiluomo; e una tale etim. sarebbe confortata dal signif. dei vb. fr. blasonner ing. blazon it. blasonare dipingere armi. Ma è anche possibile l’origine da vb. aat. blasen mat. blasen soffiare gonfiare, che avrebbe assunto il signif. di “pubblicare vantare” che vediamo nell’ing. to blase ol. blazen, pel costume degli araldi, che esaminato lo scudo del cavaliere che si presentava per entrare in lizza e trovatolo meritevole tessevano le lodi dell’individuo e lo proclamavano a suon di corno, e ciò darebbe anche ragione del senso di sp. blasonnar vantare, blasonador millantatore. Quindi «armi blasonate» varrebbe “armi proclamate degne dal banditore”: dal che si spiega altresì come da araldo siasi svolto il nome araldica in senso analogo anzi uguale a blasone.