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550 | bradone — braida. |
Bradone, falda di vestito che pende dalla menatura della spalla (Libr. Astrol., Volgar. Bibbia). Secondo me è della stessa famiglia di a. sp. brahon [da bradon] pezzo di cencio, prov. bradon brazon brahon, afr. brajon bradon [sec. 15.º], loren. bravon ing. brawn pezzo di carne o di cencio, nonostante la divergenza parziale di signif. che riscontrasi in talune di queste voci. Perciò io inclino a credere che costituisca un ceppo solo con it. brandone brano e che abbia la stessa origine; e che sia anzi il tramite per cui dal voc. ger. si passò a brandone brano, posto che queste due ultime parole s’abbiano veramente a riportare da aat. brato come sostiene il Diez. V. Brandone e Brano.
Braida breda. È nome proprio di parecchi luoghi dell’Italia superiore (ad es. Braida presso Sassuolo, Bra in Piemonte, Braida Brera a Milano ecc.); ma nel medio-evo era nome comune col signif. di “campo suburbano, campo marzio, spianata, distesa”. Questo senso ci è presentato dal bl. nelle sue varie forme di braida brayda bragida bradia braja, ricorrenti spesso in documenti tutti relativi all’alta Italia. Tali fra gli altri una carta longobarda di Re Desiderio, un luogo del Monacus Patav. parlante della brayda veronensis, un altro del Memor. Potest. Reg. all’an. 1217. Il Ferrari trasse questo vocab. da ger. breit ampio disteso, donde ags. brad ing. broad, belgic. sv. breed, dan. bred. Il got. è braids. La diffusione del nome nell’Italia settentrionale, che fu sede principale dello stanziamento dei Longobardi, e più il signif. di “area campo, spianata di campo” che una glossa dà ad aat. gabreita capraite mat. gibreite, senso attestato anche dallo Schmeller nel suo Bayer. Wört. 1, 269, rendono certissima una tale derivazione, accettata anche dal Galvani. Però invece di porre a base del nome l’agg. ger., mi pare gli si debba mettere il sost. aat. breita praite donde mat. breite tm. Breite distesa. Per alcune voci s’adatterebbe meglio la forma got. braidei, e per breda as. dan. bred. Anche qui si verifica