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zigzag — zinco. | 539 |
Zigzag, tortuosità, serpeggiamento (Tramater). A noi immediatamente venne dal fr. zigzag usato già sin dal 1750 (v. Littré); il quale fr. a detta dello Scheler riproduce ted. zikzak, combinazione onomatopeica avente a base zicke per zinke rebbio, e Zahe punta, e quindi significante “cosa allungata in punta e ripiegata ad uncino”. Il Faulmann fa di t. Zickzack un raddoppiamento di t. Zacke uncino. Secondo il Kluge t. Zickzack compare all’an. 1727 sotto la forma di sicsac, con termine dell’arte della fortificazione, a proposito dell’assedio di Landau. L’Andillot vorrebbe vedere in fr. zigzag l’arabo zig “tavola astronomica”, per la ragione che le tavole astronomiche degli Arabi presentano appunto la forma di zigzag. Ma la tardissima comparsa del nome in territorio europeo, e piú ancora la serie dei paesi in cui esso si è successivamente manifestato, induce a rigettare l’etim. araba, ed a seguire la germanica.
Zin, majale (dial. lomb.). Procedette da aat. swin, donde mat. swin tm. Schwein d’ug. sig. Altre forme ger. sono got. svein, ags. svin, ing. swine. Secondo il Kluge ger. swina ha per rad. su che appare in aat. su, tm. Sau ing. sow scrofa con suffisso ina. Cfr. l. sus, gr. ὗς σῦς porco, zend. hu cignale.
Zinco, metallo solido bianco-azzurrigno formato di lamelle con fenditure (Dizion. Alberti verso il 1820). Col fr. zinc, usato sin dal 1767, riproduce tm. Zink mat. zinke che compare la prima volta sulla fine del sec. 15º in Basilius Valentinus benedettino di Erfurt, e poco dopo presso Paracelso († 1541), Mathesius e Agricola, come designante una sorta particolare di metallo che fu poi determinato bene solo nel sec. 18º. Quanto all’etim. di mat. tm. zinke zinken zink, il Weigand crede ch’esso sia la stessa cosa che aat. zinco, zinko “macchia bianca”, a cagione del colore del metallo. All’incontro il Beckmann opina che venisse da mat. zïnke [aat. zinko, tm. Zinken]