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uro — usbergo. | 527 |
presenta anche i dimin. hoselin höslîn. Il signif. originario di ger. hosa era pressappoco quello che scorgesi nei suoi deriv. rom., e non quello offertoci dal tm. Hose “calzoni, brache”. In sostanza il nome valeva “copertura che va dal ginocchio al piede”. Andò quindi soggetto ad un ampliamento di signif. L’afr., che secondo il Waltemath veniva immediatamente da abfr. * hosa, ne cavò anche il vb. hoser, heuser. Il trovarsi bl. hosa in Paolo Diacono accenna secondo ogni verosimiglianza all’introduzione del nome in Ttalia per parte dei Longobardi; molto più che il Diez esclude che sp. * huesa derivasse da got. * huso, e il fa venire da una delle lingue sorelle ovvero da bl. usato in Francia e in Italia. Anche cornov. hos schiniera provenne dal ger. Al ger. hosa sono paragonati asl. kosulia camicia, sl. serb. kosulia, bulg. kosuli, pol. koszuli d’ug. sig. V. del resto Usatto.
Uro, specie di bue selvatico proprio dei paesi settentrionali (Giambullari, Davanzati). Immediatamente questo nome risale al lat. urus usato dagli scrittori romani a cominciare da Cesare. Questo l. urus [gr. ούρος] riproduceva ger. ûrus donde aat. ûr [o], mat. ur, tm. Auer; ags. ûr ing. owre, anrd. úrr. Macrobio supponeva che l. urus fosse voce celtica. Ma il Kluge rigetta tale ipotesi, e ne fa una voce schiettamente ger.; e accanto ad ûrus ammette l’esistenza della forma ger. usro mediante la quale il nome si riannette a sans. usrâ toro, e propriamente “rossiccio”.
Usatto, calzone di cuoio per difendere la gamba dall’acqua o dal fango usato propriamente per cavalcare (Villani, Boccaccio). Gli risponde afr. hosseau usato sin dal sec. 13º, fr. houseau con sig. identico. È un dimin. di uosa come l’afr. di afr. house. Alla voce uosa abbiamo visto un altro dimin. bl., cioè hosella ricorrente sin dal 1212. Der.: usattino.
Usbergo osbergo usberga sberga, armatura del busto formata di ferro o d’altro metallo, co-