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478 stamberga.

composto di stein pietra e di bock capra. Quindi vale propriamente “rupicapra” Il bl. stambechus ricorrente negli Stat. Vercell. è troppo chiaramente riproduzione della forma it. Ma lo stambucinus “spettante a stambecco” di Landolfo nell’Hist. Mediol. († 1137) ci fa vedere che il vocabolo era già comune in Italia sin dal sec. 11.º Tuttavia non pare che questa voce entrasse all’epoca della immigrazione dei popoli; e difatti anche il Mackel la pone fra quelle del suo secondo gruppo, vale a dire del gruppo posteriore alla immigrazione e alla Lautverschiebung dell’aat.

Stamberga, edifizio o stanza ridotta in pessima condizione (Bronzino † 1570: Magalotti Lett.). Di questa parola, ignota alle altre lingue neol, il Diez dice solo che dev’essere tedesca a giudicarne dall’ultimo elemento. La difficolta sta in ciò che il ted. non offre una forma stamberg in nessuno de’ suoi tre stadi e in nessuno de’ suoi dialetti. Ma da una parte è certo ch’essa compare tardivamente nell’it. scritto (sec. 16.º); dall’altra é lecito supporre che nell’aat. esistesse un composto stainberg, che risultando da stain pietra, e berg elevazione, verrebbe a significare un “tumulo di pietre”: dal qual senso a quello di “casipola, capanna” il passaggio non sarebbe duro. Quanto alla forma il cangiamento di stain in it. stam ricorre anche in stambecco. Un tal composto, pur non essendo documentato, potè esistere e passare in Italia coi Goti o coi Longobardi, e dopo avere vegetato nei dialetti entrare finalmente nello scritto benchè molto tardi. Nel tm. troviamo anche Stamburg “castello ereditario d’una famiglia”: da questo concetto perchè non sarebbesi potuto giungere a quello di stamberga pel tramite dell’intermediario di “castello vecchio e diroccato”? Il Caix fa di stamberga un composto risultante da stanza + albergo, e crede che sia un caso analogo a stambugio da stanza + bugio. A me un tal composto pare alquanto difficile; prima di tutto perchè il troncamento sarebbe stato troppo forte, e