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sgrollone — sguancio. 451


Sgrollone, acquazzone, romanesco sgrullone. Il Caix gli paragona got. skûra anrd. skûr pioggia, ags. skûr scéor tempesta procella aat. scûr tm. Schauer, ing. shower, ma non osa farne un derivato; e difatti sono due ceppi troppo difformi l’uno dall’altro perchè si possa parlare di un’etim. anche solo probabile.

Sgualembare, camminare incerto incespicare, sgualemba veste che pende da un lato. Base: aat. slimb (schlimb) obbliquo, dial. schlemm vb. schlemmen correre in direzione obliqua. Da schlimb si venne a * sclemb indi a * scalemb e di qui finalmente a sgualembare. Parallelo a questa forma sarebbe lomb. sgalembar d’ug. sig. e che il Diez trae parimenti da slimb. Qui pure s’annoda bresc. slemba lastra tagliata di traverso, e le voci allembare torcersi, lembe barcollamento proprie del dialetto della Versilia, nelle quali è caduta la s, caso non infrequente.

Sguancio scancio schiancio schincio, tortuosità, sghembo; per traverso (Sacchetti, Allegri, Vasari). Non ha rispondenza nelle lingue neol. Risale al ceppo di mat. swanc [k], tm. schwanck “pieghevole, sottile, svelto, facilmente cedente”; sv. svank tortuosità, incurvatura, ol. zwanken volgere, torcere; e più lontanamente di mat. swankel, ags. svoncon, anrd. svang-r d’ug. sig. La rad. è svink swing che mostrasi in vb. tm. schwingen vibrare brandire: perciò nota il Kluge, mat. swanc tm. schwanch vale propriamente “facile ad essere brandito, pieghevole”. Da quest’ultimo concetto è breve il passo a quello di “torto”. Le due ultime forme it. sono trasformazioni popolari della prima. Il Diez riferisce a questo ceppo anche sic. sguinciu nap. sguinzo, dial. Alta Italia sguignlo floscio vizzo; ai quali raffronta dubitativamente sp. esguime. Tutte queste forme sarebbersi svolte da sguancio per ablaut o digradamento della vocale tematica. Però ammette che possano anche essere riproduzioni di tm. windisch winsch torto obliquo, ing. squint. Ma la forma