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scrochio — sdrajarsi. | 445 |
zare fendersi spaventarsi, da cui tm. Schrick fessura crepatura. Accanto a queste forme ricorrono le rinforzate scrëcchôn scrëchôn mat. schrëcken balzare fendersi saltellare lascivire, e poi aat. mat. screcken far saltare stimolare abbattere spaventare. Quest’ultimo signif. è il solo conservato da tm. schrëcken; benchè nome Schreck valga anche “fessura”. Credo poi che schricchiolare sia un dimin. di scriccare, e che s’attenga a questo ceppo anche scricciolo nome d’uccelletto, che probabilmente fu così chiamato dal suo continuo muoversi e dimenarsi, molto più che vb. ger. aat. scrëchôn mat. schrëcken vale anche “il saltellare e lascivire degli uccelli” (Schade).
Scrocchio, usura (Canti Carnas.). Credo che questo sost. spetti allo stesso ceppo del seguente.
Scrocco, scroccone, chi gode qualche cosa alle spalle altrui senza guadagnarsela (Caro, Cecchi). Rispondono: mil. scroch, lad. scroc astuzia, vb. sard. lad. scroccare acchiappare; poi fr. escroc mariuolo, borsajuolo, astuto ingannatore, escroquer gabbare. Il Diez e lo Scheler connettono il nom. rom. con ol. schrock ghiottone; ma il Diez, notato che quest’ultimo potrebbe anch’essere riproduzione della forma fr., e considerato che l’it. coi suoi molteplici derivati dimostra una tal quale anteriorità al fr. e inoltre che l’it. presenta anche la forma scurcone accennata dal Veneroni, inchina a porre a base dell’it. e quindi del rom. in genere l’aat. scurgo donde tm. Scurke, sv. skurk, gaglioffo furfante briccone. In questo caso sarebbesi avuta questa scala: aat. * scurco, it. scorco scorcone scrocco scroccone. Der.: scroccare.
Sdrajarsi, porsi a giacere per lo lungo (Casa, Buonarroti). Non ha corrispondenti nè in bl. nè nelle lingue sorelle. A base di questo vb. il Diez seguito dal Kluge pone got. straujan stendere, dilatare, spandere. L’irregolarità del passaggio da jan in are anzichè in ire può essere spiegata colle necessità di evitare l’incomodo suono