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416 | salavo — sbricco. |
Salavo (antiq.) sudicio, bianco macchiato (Jacop. da Todi). Voce sorella è fr. sale sporco, vb. salir imbrattare. A base delle voci rom. sta tema ger. salva che colla sua forma non flessa salo diè orig. a fr. sale, e colla flessa salawer all’it. Nell’aat. accanto a salawer esistono salower e salewer: di qui mat. sale sal, in flessione salewer salwer oscuro nero torbido sucido. Paralleli: ags. salo, a. ing. salowe salwe biondo lucido Grein 238, Stratman2 414, ing. sallow sbiadito pallido, m. ol. saluwe, ol. zaluw giallobruno, anrd. sölr giallosucido Vigfusson 621; got. * salvs. Da tema ger. salva al dire dello Schade svolsersi vb. aat. salawen salwên oscurare scolorire insudiciare, poi salawi offuscamento. Deriv.: salavoso.
Sbreccare rompere, frantumare (dial. montalese in Tosc.). Voci corrispondenti dell’Alta Italia sono: venez. sbregar, romag. sbraghé, mod. sbragár, tirol. sbregar. Il prov. presenta ésbrigá il fr. ébrécher, dial. ébercher. Il Nerucci e dietrogli il Caix lo riportarono ad aat. brëchan, rompere, spezzare, donde mat. brëchen, tm. brechen d’ug. sig. Forme ger. sorelle: got. brikan, as. ags. brëcan, ing. to break, ol. breken. L’orig. ger. è evidente, e verosimilmente il vb. fu d’import. longobarda essendo tanto diffuso anche nei dialetti d’Italia. Alcuni suoi deriv., come breccia briccola briccone, penetrarono anche in altre lingue rom. La s iniz. è eufonica, come avviene spesso in it. La rad. ger. è brek da preger. bhreg che compare in l. frango fregi, gr. ῥήγνυμι.
Sbricco, masnadiere cagnotto briccone (Berni, Varchi). Nè il Diez nè alcun altro s’è occupato ch’io sappia di questa voce. Ora nell’aat. trovo hûsbrëcho hûsprëhho (Schade p. 435) = ladro predatore [hûs = tm. Haus casa; brëhho da brëchan, tm. brechen rompere: quindi propriamente ‘“rompitore delle case”]. Io credo che l’it. venisse di là, essendo la elisione dell’u iniz. facilmente spiegabile mediante l’articolo di cui fu creduta parte. V. anche briccone.