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saccomanno. | 413 |
essere stato quello di “movimento scherzoso” usandosi specialmente per denotare “il saltare e lascivire dei fanciulli”. Posto ciò verrebbe esso dall’aat. ruozzan muovere, sollevare? Non tacerò che il Caix credeva ad una metatesi di zurro. Deriv.: ruzz-amento-o.
S
Saccomanno galuppo, bagaglione; saccheggio (M. Villani, St. Aiolfo, Sacchetti). Rispondono: n. prov. sacaman nel primo senso, e sp. sacoman nel secondo. Evidentemente è riproduzione immediata di mat. sakman, ol. bav. sackman, portasacchi. Il vocab. ted. è un composto di formazione medioevale, il cui secondo elemento è man uomo; mentre il primo, sack, [aat. mat. sac, tm. Sack, got. sakkus anrd. sekkr, ags. saecc, ing. sach, ol. zak] a detta dal Kluge, è un prestito fatto per tempissimo dal l. saccus gr. σάκκος venuto a sua volta dall’ebr. fenicio sak. Il Faulmann invece ritiene ger. sac come originario, ma con poco fondamento. Come dall’idea di “portasacchi” si passasse a quella di “rapitore” contenuta talvolta nel mat., e poi a quella di “saccheggiatore, saccheggio” spesso nell’it. non è difficile a capire, riflettendo che i galuppi e portasacchi dell’esercito erano gente dedita alle rapine ed alle devastazioni. Difatti M. Villani usa la parola saccomanni “saccheggio” in unione a gualdane. L’it. saccomanno comparendo verso la metà1 del sec. 14º, mi fa credere entrasse in Italia colle compagnie di ventura e coi soldati di Lodovico il Bavaro che intorno a quel tempo desolarono le nostre contrade. Il bl. ha saccomannus, sacco-
- ↑ Un passo dello storico P. Azarius Novariensis all’an. 1351 parlando dell’esercito di Giovanni Visconti che assediava Firenze e infestava la Toscana dice «domus et palatia invaserunt saccomanando et comburendo. Et ibi etiam per gentes illas (inter quas