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392 | raspo — ratto. |
Lo Schade paragona ad aat. hrêspan l. crispus, crespo. Il fr. râpe, grattugia, alla sua volta ha influito di nuovo sul ted. il quale vi ha formato sopra tm. Rappe raspa, Raspe e Raspel scuffina. Deriv.: raspa-tino-to; raspe-rella-ttare; rasp-ina-o; raspolla-re-tura; raspollo. V. Raspo1.
Raspo1, grappolo dell’uva da cui si son levati i chicchi (Alamanni). Gli rispondono sp. prov. raspa, fr. râpe, il quale ultimo passò poi nel mat. rappe rape, tm. Rapp, e nell’ing. rape con ug. sig. È nome svoltosi dal vb. raspare; e la ragione della denom. è evidente. Deriv.: raspollo-raspollatura.
Raspo2, sorta di malattia che viene ai ginocchi dei cani e de’ cavalli. Questo nome, cui risponde fr. râpes, foneticamente uguale al precedente, è però affatto da esso diverso, poichè riposa su mat. rappe, rapfe, tigna, rogna, scabbia, donde ol. rappig, scabbioso, proveniente da aat. rapfen, indurarsi [delle piaghe], mostrar crosta, escara, e raffi “ruvido, aspro”. V. Rappa1.
Ratto, quadrupede dell’ordine dei rosicchianti con piccole zampe, coda lunga, muso aguzzo che mangia grano e paglia (Sacchetti, Berni). Paralleli sono: sp. port. rato, fr. prov. rat, picard. rot borgog. rai. Il bl. ci presenta le seguenti forme: rato-nis, ratus rattus e anche raturus, spiegate dai glossatori con “mus major”. È notevole che queste col bl. appaiano specialmente in paesi ger. (Silvester Giraldus in Topog. Hiberniae, cap. 32; Itinerar. Cambriae; Wilhelmus Andrensis, Cronicon; Vita S. Lanfranci; Glosse d’Elfrico; Henricus de Knyhton 1380), e mai in paesi rom. Un tal fatto basterebbe da sè solo a fare capire che questo è vocabolo d’orig. germ., come infatti è ammesso dai più noti linguisti. A base del bl. e del rom. sta dunque aat. rato che conta numerose forme secondarie, cioè: aat. ratta, mat. rate, rat, ratt radda ratte tm. Ratte, topo, sorcio, ghiro; ags. raet, da cui ing. rat; bt. rat, rot, ratta, ol. ratte, anrd. ratta, dan. rotte; e inoltre mat. ratze,