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pacchebotto. 367

iniziale fatta al vocab. ger., aggiunta che come si vedrà era naturale nel fr. In quest’ultima lingua afr. le west compare dal sul secolo 12.º; ed era senza dubbio stato preso dagli Anglosassoni, forse col mezzo dei Normanni. Infatti l’ags. ci presenta la forma vest, donde ing. west d’ug. sig. Nel campo ger. parallele ad ags. vest troviamo le forme: isl. vest, sv. vester, ol. west, tm. West, Westen. Quest’ultima forma procede da mat. wësten. Secondo il Kluge il significato del ceppo fa difficoltà, a cagione specialmente della denominazione lat. di Visegothi, Goti occidentali. Si è voluto ravvicinarlo a lat. ves-per, gr. έσπερος sera, e interpretare west come parte, lato della sera. Il Pictet in una ingegnosa dissertazione sostiene che ger. vest provenne da vastum, deserto, mare, e che una tale denominazione d’un punto cardinale è dovuta ad una circostanza puramente locale, cioè al fatto che il deserto e il mar Caspio venivano ad essere ad occidente degli Aria, che poi divennero Germani. Ma il Faulmann crede che vest potesse essere una cosa sola con aat. mat wist, fermata, dimora (sottinteso “del sole”) got. wist, essenza, natura. In questo caso il nome avrebbe a base aat. wësan, essere. Opina inoltre che il np. mlt. Wesegothae accenni al partic. wësan, kiwësan, formatosi dallo stesso vb. wësan. Ma queste congetture del Faulmann sembrano poco accettabili.

P

Pacchebotto (neolog.), piccol battello da trasportar pacchi (Tramater). Immediatamente riproduco il fr. paquebot, e questo a sua volta non è che ing. packet-boat, vascello da portare pacchi [packet, pacco, boat, battello]. In Italia entrò probabilmente sulla fine del sec. scorso e sul principio di questo, chè prima non lo troviamo ricordato. In Francia noi lo troviamo mentovato primieramente all’anno 1686 presso il Dangeau. Il primo